giovedì 18 dicembre 2008

Conosciamo i nostri rifiuti

Rifiuto è qualsiasi oggetto o sostanza che buttiamo: residui, scarti, avanzi, oggetti rotti o inutilizzabili, risultato delle attività domestiche o delle fabbriche. I rifiuti sono classificati, in base alla loro origine, in rifiuti urbani e speciali.
I rifiuti sono anche suddivisi, in base alla loro pericolosità, in rifiuti pericolosi e non pericolosi.

RIFIUTI URBANI
  • i rifiuti domestici provenienti dalle abitazioni;
  • i rifiuti non pericolosi diversi da quelli domestici, ma simili per qualità e quantità;
  • i rifiuti giacenti su strade e aree pubbliche, sulle spiagge di laghi e mari, lungo le rive dei fiumi;
  • i resti vegetali provenienti da giardini e aree verdi.

RIFIUTI SPECIALI
  • rifiuti derivati da lavorazioni industriali, attività agricole, artigianali, commerciali e dei servizi;
  • i rifiuti di ospedali;
  • i materiali provenienti da scavi, demolizioni e costruzioni;
  • macchinari e apparecchiature dismessi;
  • veicoli, motori e loro parti;
  • residui del trattamento dei rifiuti stessi.

RIFIUTI PERICOLOSI
Sono tutti i rifiuti che contengono sostanze tossiche o nocive per l’uomo e per l’ambiente, come per esempio batterie, pile, farmaci, oli usati, pannelli contenenti amianto.

IL PROBLEMA DEI RIFIUTI
I rifiuti producono inquinamento: liquami, gas, sostanze tossiche e materiali non biodegradabili possono inquinare aria, acqua, terra. I rifiuti costano perchè rubano spazio e occorrono risorse umane ed economiche per il loro trattamento, ma anche per rimediare ai danni ambientali e sanitari che producono.

mercoledì 17 dicembre 2008

Tipi di rifiuti

Umido organico









Fanno parte di questa categoria tutti i rifiuti biodegradabili, ossia che si decompongono naturalmente grazie all’opera di microorganismi

Si possono riciclare: i rifiuti alimentari, gli scarti di cucina, i residui delle potature, i fiori secchi e le piante.

Non si possono riciclare: grassi ed oli vegetali ed animali, prodotti caseari, feci di animali domestici carnivori (cani e gatti), pezzi di legno trattato con vernici o preservanti.

Carta e cartone












Si possono riciclare: i giornali e le vecchie riviste, la carta e il cartone, i vecchi libri e quaderni, le scatole e gli scatoloni ben piegati.

Non si possono riciclare: carta oleata o pergamena, copertine plastificate, carta carbone, carta sporca

Plastica













Si possono riciclare: bottiglie di acqua e bibite; flaconi di detergenti, detersivi e shampoo; confezioni e contenitori di alimenti in plastica, vasetti dello yogurt; vaschette sagomate in plastica o polistirolo per uova, alimenti e oggetti vari; reti per frutta e verdura; vasi per vivaisti; cassette per la frutta in plastica.

Non si possono riciclare: giocattoli; piatti; bicchieri e posate (non sono imballaggi); canne per irrigazione; grucce appendiabiti; posacenere; portamatite; videocassette; accessori auto; sacconi per materiale edile imballaggi per colle; vernici e solventi.

Vetro







Si possono riciclare: bicchieri, bottiglie, piccoli contenitori (es. profumi, yogurt, barattoli di prodotti sott’olio e sott’aceto)

Non si possono riciclare: ceramiche, cristalli, pirofile, specchi.

Alluminio







Si possono riciclare: lattine in alluminio; scatole e contenitori in banda stagnata per alimenti e prodotti di igiene personale; tappi e coperchi metallici, carta stagnola e vaschette in alluminio; stampi per dolci in metallo; piccoli oggetti metallici.

Non si possono riciclare: posate; stampi per dolci in metallo e piccoli oggetti metallici.

Abiti riutilizzabili

Si possono riciclare: abiti; cappelli, borse e scarpe appaiate; pellame vario; biancheria e accessori per l’abbigliamento.

Non si possono riciclare: stracci, abiti e scarpe non riutilizzabili da buttare nel rifiuto secco non riciclabile.

Mappa dei nuovi impianti in Campania


Visualizzazione ingrandita della mappa

giovedì 4 dicembre 2008

Gestione sostenibile e rimedi


Il problema dello smaltimento dei rifiuti sta diventando una priorità a livello globale: discariche, inceneritori e abbandono indiscriminato sul territorio di ogni tipo di rifiuto sono diventati vere e proprie emergenze sociali oltre che ambientali.
Una possibile soluzione a questo problema grave è il produrre meno rifiuti e meno inquinamento, cioè ridurre alla fonte e attuare la raccolta differenziata.
Per la riduzione alla fonte basta diminuire l’uso di imballaggi, per esempio, rifornendoci con prodotti alla spina o con vuoto a rendere, utilizzare pannolini riusabili e bere acqua del rubinetto
La raccolta differenziata, poi, è il metodo più economico ed ambientalmente sostenibile di gestire i rifiuti che permette di recuperare dal 65 al 85% dei RSU (Rifiuti Solidi Urbani).
Essa valorizza il rifiuto perchè lo recupera e lo rigenera, pertanto crea ricchezza
I rifiuti raccolti in maniera differenziata possono sostanzialmente essere trattati, a seconda del tipo, mediante due procedure:
1. riciclaggio, per le frazioni secche;
2. compostaggio, per la frazione umida.
Il riciclaggio comprende tutte le strategie organizzative e tecnologiche per riutilizzare come materie prime materiali di scarto altrimenti destinati allo smaltimento in discarica o distruttivo.

Cause e possibili soluzioni dell’emergenza rifiuti in Campania

Le cause alla base dell'emergenza rifiuti in Campania possono essere individuate nei ritardi di pianificazione e di preparazione di discariche idonee, nella gestione illecita dei rifiuti, nei ritardi della pianificazione e della costruzione di impianti di compostaggio della frazione organica dei rifiuti e nella scarsa raccolta differenziata attivata nei comuni.
Nel maggio 2008, il Governo, presieduto da Silvio Berlusconi, approva un decreto legge (n. 90 del 23 maggio 2008, convertito in legge n. 123 del 14 luglio 2008) con cui, allo scopo di avviare definitivamente un ciclo integrato dei rifiuti, si stabilisce la costruzione di quattro, anziché tre nuovi inceneritori, si individuano dieci siti in cui realizzare altrettante nuove discariche e si prevedono sanzioni fino al commissariamento per i Comuni che non dovessero portare a regime la raccolta differenziata. Si prevede, inoltre, la cessazione dello stato di emergenza per il 31 dicembre 2009,
Per Legambiente la soluzione sta nella gestione integrata dei rifiuti basata sul principio delle 4 R.
E allora la prima azione da praticare è la RIDUZIONE delle quantità prodotte e della loro pericolosità. Quindi il RIUSO, il RICICLAGGIO da raccolta differenziata e solo alla fine le due opzioni di smaltimento: il RECUPERO energetico dalla frazione residuale dei rifiuti non altrimenti riciclabile e lo smaltimento in discarica dei materiali che davvero non possono avere altra destinazione possibile.

Capaccio ricicla

LEGAMBIENTE HA CONFERITO A CAPACCIO PAESTUM IL PREMIO REGIONALE Di “COMUNE RICICLONE” 2008.
Il Comune di Capaccio Paestum, con una percentuale di raccolta differenziata media del 42,4%, è entrata nella Top Ten dei Comuni campani con più di 20.000 abitanti.
Questo premio vuole riconoscere gli sforzi delle amministrazioni più sensibili non solo nella raccolta differenziata, ormai passo indispensabile, ma anche nella prevenzione e nella riduzione della produzione dei rifiuti.

L’attivazione della raccolta differenziata dei rifiuti , iniziata alla fine dell’anno 2006,è uno dei più importanti traguardi raggiunti dall’amministrazione comunale di Capaccio Paestum, un cambiamento che acquista ancora più valore in considerazione dell’ emergenza rifiuti che riguarda la Regione Campania. La zona che ha risposto meglio è Capaccio Scalo, dov’è stato attivato il porta a porta con conferimento dei rifiuti dalle 21 di sera alle 5 del mattino.